Fausto Coppi sullo Stelvio al Giro d'Italia, 1953
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FAUSTO COPPI AL GIRO D'ITALIA, 1953 (Agenzia Farabola).
Fotografia stampata dal negativo originale, in bianco e nero, su carta glicée fineart Hahnemüle Baryta Satin 300 gr. Edizione limitata e numerata con certificato di autenticità.
PASSO DELLO STELVIO, LUNEDì 1° GIUGNO 1953. Penultima tappa del giro d’Italia, da Bolzano a Bormio. Coppi è partito con 1’59’’ da Hugo Koblet, maglia rosa. A spaventare non sono i chilometri, ma un passo. Lo Stelvio: 2.752 metri, la guglia più alta e vertiginosa del ciclismo. Coppi ha dato la sua parola a Koblet, anzi gli ha già fatto i complimenti. Ma quelli della Bianchi provano a fargli cambiare idea: prima Aldo Zambrini, il patron, poi Giovanni Tragella, il direttore sportivo, quindi Ettore Milano e Sandrino Carrea, gli angeli custodi, infine Biagio Cavanna, il mago. Quando Coppi cede all’istinto del campione, del Campionissimo, e promette di tentare, la tribù della Bianchi si riunisce, si rincuora, si riscalda, e Pinela De Grandi, il meccanico, decide di montare anche il 46x23: il massimo dell’agilità. Il via scatta alle 13.15. Poi ci prova Guido De Santi, il solito anarchico, inseguito da Armando Barducci, e poi inghiottito da Donato Piazza, più Gaggero e Gismondi, tutti uomini Bianchi. Quindi è Koblet a dare uno scossone, tanto per far capire che lui c’è: forse ha respirato, più che l’atmosfera di pace, l’aria di guerra. A Prato allo Stelvio, quando l’asfalto si esaurisce e comincia lo sterrato, quando la valle si trasforma in calvario e il calvario si arrampica in 48 tornanti, Carrea pesta sui pedali, abbassa il crapone, alza l’andatura, incendia la corsa. Il gruppo esplode. Carrea continua, forza della natura e dell’agricoltura, Coppi segue Carrea come un rimorchio, Koblet segue Coppi come un’ombra. A 12 chilometri dalla vetta, scatta il ragazzino, il Cit, Nino Defilippis. E con la scusa di inseguirlo, Fausto può finalmente sentirsi libero di fare la corsa, sciogliere il patto di non belligeranza e attaccare Hugo. Fausto vola, Koblet si pianta. A 6 chilometri dalla vetta, Coppi ha 40” su Fornara, 1’20” su Gino Bartali e Defilippis, 1’30” su Angelo Coletto, 1’40” su Koblet. Sul Gran premio della montagna, Coppi ha 2’17” su Fornara, 2’48” su Bartali, 3’27” su Defilippis, 4’20” su Carrea e 4’25” su Koblet. Mancano 22 chilometri al traguardo. Solo discesa. Coppi rischia, sbanda, si salva. Koblet rischia, vola, vola due volte, prima per terra, poi al traguardo. Primo Coppi, secondo Fornara, terzo Bartali, Koblet finisce a 3’28”. E Coppi lo sorpassa anche in classifica, con un margine di 1’29”. La rosa, la quinta della carriera, sarà sua.